sabato 4 aprile 2009

Le nanotecnologie combatteranno la contraffazione.


Le nanotecnologie attraverso la fluorescenza, l’elettrofilatura, il disordine molecolare tenteranno di difenderci dal mercato parallelo della contraffazione.
Il primo sistema anticontraffazione si basa su di un materiale innovativo che coniuga le proprietà dei metalli nanoscopici con quelle dei polimeri.
Alcune nanoparticelle metalliche sono inserite in una matrice di materiale plastico, queste nanoparticelle esposte a radiazione ultravioletta di opportuna frequenza emettono luce colorata per fluorescenza, una proprietà osservata in composti molecolari e nei semiconduttori, e resa possibile anche per metalli ridotti a dimensioni nanometriche.
La fluorescenza, infatti, è la proprietà di alcune sostanze di emettere a frequenza più bassa le radiazioni ricevute, in particolare di assorbire luce ultravioletta ed emetterla visibile. In parole povere gli ultravioletti eccitano gli atomi della sostanza fluorescente, facendo saltare gli elettroni in un'orbita più esterna. Subito dopo gli elettroni tornano al livello precedente emettendo luce visibile, a lunghezza d'onda più lunga rispetto alla radiazione incidente.
Questo processo lo possiamo osservare, con l’utilizzo di apposite lampade, in tutti i materiali che contengono pigmenti fluorescenti, inoltre la tonalità cromatica della luce può essere controllata cambiando semplicemente la composizione delle nanoparticelle. Quindi la lunghezza d’onda ovvero il colore della luce emessa è l’indicatore dell’originalità del prodotto aziendale.
Un altro sistema tecnologico per bloccare i mercati di merce contraffatta è l'elettrofilatura, detta anche filatura elettrostatica o electrospinning, questo è un processo produttivo che consente, nell'industria dei polimeri, di ottenere filamenti continui di materiale sintetico dal diametro molto piccolo, sicuramente inferiore al micron
Per produrre filamenti continui con diametri nanometrici occorre utilizzare metodi di produzione diversi, in cui il filamento in formazione possa essere stirato con forze di elongazione più omogenee e costanti possibili, onde evitarne la rottura. La tecnica più promettente in questo senso è l'elettrofilatura, in cui un getto polimerico viene stirato all’interno di un elevato campo elettrico.
L'elettrofilatura è applicabile ai materiali polimerici che possono essere portati ad uno stato fluido di elevata viscosità attraverso la fusione, ottenuta col calore, o attraverso la dissoluzione in opportuni solventi.
Un impianto di elettrofilatura consiste principalmente in una siringa dosatrice regolata da una pompa volumetrica che spinge il polimero fuso o in soluzione all’interno di un capillare, ed in uno schermo di raccolta posto di fronte al capillare. Il capillare e lo schermo collettore sono caricati elettrostaticamente ad un diverso potenziale elettrico.
I filamenti così prodotti raggiungono finezze dell’ordine di 100 nm e possono essere inseriti all’interno delle trame dei tessuti, che una volta esposti alla luce cambiano colore, secondo una precisa logica che corrisponde al codice identificativo della azienda produttrice.
Se la variazione di colore non avviene in modo corretto, siamo di fronte ad un palese caso di imitazione.
Un terzo metodo per rivelare le contraffazioni si basa sul disordine molecolare della materia.
Il disordine molecolare è accentuato attraverso un trattamento magnetico rendendo ciascun pezzo del nuovo materiale prodotto, unico ed irripetibile.
Questo particolare trattamento magnetico determina un materiale avente un disordine molecolare unico e distinto da ogni altro materiale esistente, simile ad un’impronta digitale nanometrica.
L’unicità di ogni singolo pezzo viene codificata da un adeguato sistema di lettura digitale e l’informazione ricavata dalla lettura è immagazzinata su un apposito database.
In questo modo, qualunque prodotto può venire associato ad un’impronta nanotecnologica e quindi successivamente riconosciuto dalla selezione di informazioni conservate nel database.
Concludendo l’uso delle nanotecnologie ha ideato etichette intelligenti e fili ultrasottili fabbricati con tecnologia nanometrica e basata su materiali organici e polimerici, che opportunamente guidati sono in grado di produrre e rendere disponibili specifiche informazioni.
Questi nuovi elementi nanometrici possono essere applicati ad un qualsiasi prodotto merceologico, compresi quelli di tipo agroalimentare, per consentirne la tracciabilità, oppure possono essere integrati, oltre i tessuti, in contenitori per bevande ed alimenti contenendo informazioni leggibili da un sistema ottico, elettromeccanico o magnetico, per garantire l’originalità del manufatto.

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