mercoledì 24 novembre 2010

Il referaggio di un articolo scientifico è una cosa seria



Fonte immagine: http://ejour-fup.unifi.it/public/journals/33/submit_smp.jpg


In generale i criteri che identificano il carattere scientifico di una pubblicazione, anche a carattere divulgativo, sono identificabili in una preliminare vagliatura secondo una procedura anonima di referaggio che prevede:
a) una valutazione del Comitato Scientifico costituito da studiosi ed esperti, esterni alla rivista, che offrono indubbie garanzie di autorevolezza e terzietà;
b) il vaglio definitivo del Direttore della rivista.
Un'attività indispensabile per tener conto delle specificità di contenuto proprie dei settori di riferimento della pubblicazione stessa.
Di contro nel web esistono, a livello scientifico, molte iniziative libere da referaggio, lodevoli dal punto di vista dell'aggregazione di appassionati e liberi pensatori, ma ingannevoli, il più delle volte, sul piano della qualità didattica ed educativa.
Un attento monitoraggio da parte di esperti educatori, magari competenti in discipline scientifiche, potrebbe calmierare una deriva priva di qualsiasi controllo formativo.


Wikio

1 commento:

  1. Sono indubbiamente d’accordo con quanto scrivi. Ma mi chiedo: cosa fare? Creare l’”istituzione del controllo divulgativo” e rendere obbligatorio per legge un “passaggio”, prima della pubblicazione, dal nuovo “censore”? Od obbligare – tipo testata giornalistica registrata – ad un riconoscimento pubblico chi vuole parlare di scienza? Credo che la cosa vada affrontata con una giusta informazione al grande pubblico, semplicemente parlandone quando possibile. Personalmente quando parlo di astronomia con il mio Planetario digitale ai ragazzi di tutte le età nelle scuole della mia regione cerco in tutti i modi di “suggerire” una attenta selezione di quanto leggono in internet, avvisando delle enormi cretinate e scorrettezze di cui è pieno il web; sarà una goccia nel mare, ma è sempre meglio che fare finta di niente. Che dire poi di tutto il fiato sprecato per “una giusta missione” annullato in un solo momento da trasmissioni spazzatura che parlano del 2012 e degli ufo dietro casa? In un anno parlo a 10/15 mila ragazzi, in 40 minuti due milioni di loro cadono nelle grinfie della tv-cestino. Ma non mi arrabbio, forse perché libero arbitrio vuol dire anche farsi del male da soli come meglio si crede o forse perché sono troppo piccolo per urlare e cambiare le cose.
    Sta di fatto che se la scienza deve essere di tutti (e così io la penso), si deve correre anche il rischio di “inciampare” in mistificatori dell’ultima ora. Al massimo si può tentare si smascherare le cianfrusaglie lette nei vari blog, entrando comunque in diatribe lunghe e noiose con gli autori e perdere tempo prezioso che sarebbe stato utile ad altri scopi…

    Aldo Gagliano (giornalista divulgatore scientifico)

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