Si è tanto discusso sulle conseguenze della riforma scolastica in atto, come il decreto 133, che viola palesemente le norme sulla sicurezza nelle scuole, e per il quale ognuno, secondo il ruolo occupato, sarà richiamato alle proprie responsabilità.
Infatti, circa il 75% degli edifici scolastici non sono a norma, creando i presupposti per un vero caso nazionale che coinvolge tutto il personale scolastico, gli studenti e le loro famiglie.
In ogni istituto scolastico viene redatto, da parte di un professionista abilitato ( Ingegnere o Architetto ) un documento di valutazione e stima dei rischi dove si attesta l’idoneità agli standard minimi della superficie delle aule correlata al numero di studenti che le occupano.
Si può affermare che la maggior parte delle aule scolastiche ed dei laboratori sono fuori norma, sia in riferimento agli indici minimi di funzionalità didattica (D.M. 18 dicembre 1975 – Norme tecniche per l’edilizia Scolastica) che stabilisce i parametri spaziali minimi a disposizione di ogni persona presente nei locali scolastici (1,80 metri quadri netti per la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado; 1,96 metri quadri netti per le scuole secondarie di II grado), sia per la prevenzione incendi (D.M. 26 agosto 1992 – Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica)" che al "punto 5 (Affollamento) stabilisce il limite massimo di persone presenti in un'aula nel numero di 26)".
Attualmente, però, il numero massimo di alunni per classe è decisamente superiore al limite imposto dalla normativa sulla sicurezza .
Come detto, le verifiche planimetriche ai DM sopra esposti sono state redatte il più delle volte da Ingegneri, che hanno messo la loro competenza professionale al servizio di un ingranaggio normativo, che ha portato al mancato rinnovo del contratto annuale di molti altri giovani Ingegneri, precari nel mondo dell’istruzione scolastica.
Nasce un problema deontologico che va affrontato dagli organi competenti con la dovuta cura di analisi istituzionale.
Come riequilibrare questo cortocircuito di competenze, che ha metaforicamente cannibalizzato la professione dell’Ingegnere all’interno delle istituzioni scolastiche ?
Si potrebbe partire dal Decreto Presidente Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, all'art. 5 comma 2 che dice testualmente:
"Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall'insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola. L'istituzione delle predette classi deve in ogni caso far conseguire le economie previste nei tempi e nelle misure di cui all'articolo 64, comma 6, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133"
Quindi è assicurato un tetto massimo solo per la formazione delle prime classi, mentre per le classi successive non ci sono riferimenti.
In ogni caso, nelle situazioni di sovraffollamento rispetto al tetto massimo di alunni per classe ( classi iniziali ), le famiglie potrebbero ricorrere in Tribunale con provvedimento di urgenza, per ottenere la riduzione del numero di alunni per motivi di sicurezza prevista dalle norme sulla sicurezza nell'edilizia scolastica, se i metri quadrati dell'aula, rapportati al numero degli alunni, non vengono rispettati.
Gli Ordini degli ingegneri potrebbero, ad esempio, farsi carico, per tutelare la professionalità dei propri iscritti che hanno perso il lavoro a causa di una riforma scolastica palesemente in contrasto alla normativa sulla sicurezza nei plessi scolastici di ogni ordine e grado, di azioni di consulenza tecnica per agevolare l’iter normativo di tutte quelle famiglie preoccupate dei pericoli di pubblica e privata incolumità che potrebbero coinvolgere i propri figli durante la loro permanenza in ambiente scolastico.
Questo argomento, come tanti altri che riguardano l’attuale momento della scuola italiana sarà oggetto di incontro tra l’Ordine degli ingegneri di Messina e la Sezione provinciale di Messina dello SNID, per attivare tutte le iniziative necessarie atte a tutelare la professionalità degli ingegneri coinvolti nei tagli della riforma Gelmini.
Il segretario provinciale SNID ( Sindacato Nazionale Ingegneri Docenti )
Sezione di Messina
Ing. Aldo Ficara
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