venerdì 25 febbraio 2011

Dal microscopio al nanoscopio




Fonte immagine: http://dipcia.unica.it/superf/LIMINA/Foto_LIMINA/Ottica.jpg



Con le tecniche chiamate FIONA (Fluorescence Imaging with One-Nanometer Accuracy), STED (STimulated Emission Depletion), dove vengono impiegati due laser, STORM (STochastic Optical Reconstruction Microscopy), dove esponendo il campione ad un fascio molto debole, si può arrivare ad attivare una sola molecola alla volta, la risoluzione del microscopio può arrivare a distinguere oggetti a livello di qualche nanometro.
La risoluzione dei limiti imposti dalla diffrazione della luce sono sempre stati un grande ostacolo nella analisi di immagini microscopiche.
Ad oggi, i migliori strumenti ottici possono analizzare solo strutture di circa 200 nm, mentre al di sotto tale limite esiste una certa difficoltà per le osservazioni dirette, questo perchè, nel caso di luce visibile, le lunghezze d'onda assumono valori in un intervallo piuttosto ristretto, tra i 400 e i 700 nanometri.
Questi nuovi approcci tecnologici consentono oggi di misurare con una risoluzione di 10-20 nanometri, evidenziando attraverso la semplicità di idee che sta alla loro base l'inizio in molti laboratori di ricerca, della “nanoscopia”.





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